Commento, spiegazione e studio di 1 Corinzi 14:2-11, verso per verso
Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno l'intende, ma in ispirito proferisce misteri.
Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione.
Chi parla in altra lingua edifica se stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa.
Or io ben vorrei che tutti parlaste in altre lingue; ma molto più che profetaste; chi profetizza è superiore a chi parla in altre lingue, a meno ch'egli interpreti, affinché la chiesa ne riceva edificazione.
Infatti, fratelli, s'io venissi a voi parlando in altre lingue, che vi gioverei se la mia parola non vi recasse qualche rivelazione, o qualche conoscenza, o qualche profezia, o qualche insegnamento?
Perfino le cose inanimate che dànno suono, quali il flauto o la cetra, se non dànno distinzione di suoni, come si conoscerà quel ch'è suonato col flauto o con la cetra?
E se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si preparerà alla battaglia?
Così anche voi, se per il vostro dono di lingue non proferite un parlare intelligibile, come si capirà quel che dite? Parlerete in aria.
Ci sono nel mondo tante e tante specie di parlari, e niun parlare è senza significato.
Se quindi io non intendo il significato del parlare, sarò un barbaro per chi parla, e chi parla sarà un barbaro per me.