Commento, spiegazione e studio di 1 Corinzi 9:5-17, verso per verso
Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno con noi una moglie, sorella in fede, siccome fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?
O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare?
Chi è mai che fa il soldato a sue proprie spese? Chi è che pianta una vigna e non ne mangia del frutto? O chi è che pasce un gregge e non si ciba del latte del gregge?
Dico io queste cose secondo l'uomo? Non le dice anche la legge?
Difatti, nella legge di Mosè è scritto: Non metter la musoliera al bue che trebbia il grano. Forse che Dio si dà pensiero dei buoi?
O non dice Egli così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza; e chi trebbia il grano deve trebbiarlo colla speranza d'averne la sua parte.
Se abbiam seminato per voi i beni spirituali, e egli gran che se mietiamo i vostri beni materiali?
Se altri hanno questo diritto su voi, non l'abbiamo noi molto più? Ma noi non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo all'Evangelo di Cristo.
Non sapete voi che quelli i quali fanno il servigio sacro mangiano di quel che è offerto nel tempio? e che coloro i quali attendono all'altare, hanno parte all'altare?
Così ancora, il Signore ha ordinato che coloro i quali annunziano l'Evangelo vivano dell'Evangelo.
Io però non ho fatto uso d'alcuno di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché veder qualcuno render vano il mio vanto.
Perché se io evangelizzo, non ho da trarne vanto, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!
Se lo faccio volenterosamente, ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è pur sempre un'amministrazione che m'è affidata.