Commento, spiegazione e studio di 1 Re 10:1-20, verso per verso
Or la regina di Sceba avendo udito la fama che circondava Salomone a motivo del nome dell'Eterno, venne a metterlo alla prova con degli enimmi.
Essa giunse a Gerusalemme con un numerosissimo séguito, con cammelli carichi di aromi, d'oro in gran quantità, e di pietre preziose; e, recatasi da Salomone, gli disse tutto quello che aveva in cuore.
Salomone rispose a tutte le questioni propostegli da lei, e non ci fu cosa che fosse oscura per il re, e ch'ei non sapesse spiegare.
E quando la regina di Sceba ebbe veduto tutta la sapienza di Salomone e la casa ch'egli aveva costruita
e le vivande della sua mensa e gli alloggi de' suoi servi e l'ordine del servizio de' suoi ufficiali e le loro vesti e i suoi coppieri e gli olocausti ch'egli offriva nella casa dell'Eterno, rimase fuori di sé dalla maraviglia.
E disse al re: "Quello che avevo sentito dire nel mio paese dei fatti tuoi e della tua sapienza era dunque vero.
Ma non ci ho creduto finché non son venuta io stessa, e non ho visto con gli occhi miei; ed ora, ecco, non me n'era stata riferita neppure la metà! La tua sapienza e la tua prosperità sorpassano la fama che me n'era giunta!
Beata la tua gente, beati questi tuoi servi che stanno del continuo dinanzi a te, ed ascoltano la tua sapienza.
Sia benedetto l'Eterno, il tuo Dio, il quale t'ha gradito, mettendoti sul trono d'Israele! L'Eterno ti ha stabilito re, per far ragione e giustizia, perch'egli nutre per Israele un amore perpetuo".
Poi ella donò al re centoventi talenti d'oro, grandissima quantità di aromi, e delle pietre preziose. Non furon mai più portati tanti aromi quanti ne diede la regina di Sceba al re Salomone.
(La flotta di Hiram che portava oro da Ofir, portava anche da Ofir del legno di sandalo in grandissima quantità, e delle pietre preziose,
e di questo legno di sandalo il re fece delle balaustrate per la casa dell'Eterno e per la casa reale, delle cetre e de' saltèri per i cantori. Di questo legno di sandalo non ne fu più portato, e non se n'è più visto fino al dì d'oggi).
Il re Salomone diede alla regina di Sceba tutto quel che essa bramò e chiese, oltre a quello ch'ei le donò con la sua munificenza sovrana. Poi ella si rimise in cammino, e coi suoi servi se ne tornò al suo paese.
Or il peso dell'oro che giungeva ogni anno a Salomone, era di seicento sessantasei talenti,
oltre quello ch'ei percepiva dai mercanti, dal traffico dei negozianti, da tutti i re d'Arabia e dai governatori del paese.
E il re Salomone fece fare duecento scudi grandi d'oro battuto, per ognuno dei quali impiegò seicento sicli d'oro,
e trecento scudi d'oro battuto più piccoli, per ognuno dei quali impiegò tre mine d'oro; e il re li mise nella casa della "Foresta del Libano".
Il re fece pure un gran trono d'avorio, che rivestì d'oro finissimo.
Questo trono aveva sei gradini; la sommità del trono era rotonda dalla parte di dietro; il seggio avea due bracci, uno di qua e uno di là; presso i due bracci stavano due leoni,
e dodici leoni stavano sui sei gradini, da una parte e dall'altra. Niente di simile era ancora stato fatto in verun altro regno.