Commento, spiegazione e studio di 1 Re 18:7-15, verso per verso
E mentre Abdia era in viaggio, ecco farglisi incontro Elia; e Abdia, avendolo riconosciuto, si prostrò con la faccia a terra, e disse: "Sei tu il mio signore Elia?"
Quegli rispose: "Son io; va' a dire al tuo signore: Ecco qua Elia".
Ma Abdia replico: "Che peccato ho io mai commesso, che tu dia il tuo servo nelle mani di Achab, perch'ei mi faccia morire?
Com'è vero che l'Eterno, il tuo Dio, vive, non v'è nazione né regno dove il mio signore non abbia mandato a cercarti; e quando gli si diceva: Ei non è qui, faceva giurare il regno e la nazione, che proprio non t'avean trovato.
E ora tu dici: Va' a dire al tuo signore: Ecco qua Elia!
Succederà che, quand'io sarò partito da te, lo spirito dell'Eterno ti trasporterà non so dove; io andrò a fare l'ambasciata ad Achab, ed egli, non trovandoti, mi ucciderà. Eppure, il tuo servo teme l'Eterno fin dalla sua giovinezza!
Non hanno riferito al mio signore quello ch'io feci quando Izebel uccideva i profeti dell'Eterno? Com'io nascosi cento uomini di que' profeti dell'Eterno, cinquanta in una e cinquanta in un'altra spelonca, e li sostentai con del pane e dell'acqua?
E ora tu dici: Va' a dire al tuo signore: Ecco qua Elia! Ma egli m'ucciderà!"
Ed Elia rispose: "Com'è vero che vive l'Eterno degli eserciti di cui son servo, oggi mi presenterò ad chab".