Commento, spiegazione e studio di 1 Re 19:3-12, verso per verso
Elia, vedendo questo, si levò, e se ne andò per salvarsi la vita; giunse a Beer-Sceba, che appartiene a iuda, e vi lasciò il suo servo;
ma egli s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a sedersi sotto una ginestra, ed espresse il desiderio di morire, dicendo: "Basta! Prendi ora, Eterno, l'anima mia, poiché io non valgo meglio de' miei padri!"
Poi si coricò, e si addormentò sotto la ginestra; quand'ecco che un angelo lo toccò, e gli disse: "Alzati e mangia".
Egli guardò, e vide presso il suo capo una focaccia cotta su delle pietre calde, e una brocca d'acqua. Egli mangiò e bevve, poi si coricò di nuovo.
E l'angelo dell'Eterno tornò la seconda volta, lo toccò, e disse: "Alzati e mangia, poiché il cammino è troppo lungo per te".
Egli s'alzò, mangiò e bevve; e per la forza che quel cibo gli dette, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino a Horeb, il monte di Dio.
E quivi entrò in una spelonca, e vi passò la notte. Ed ecco, gli fu rivolta la parola dell'Eterno, in questi termini: "Che fai tu qui, Elia?"
Egli rispose: "Io sono stato mosso da una gran gelosia per l'Eterno, per l'Iddio degli eserciti, perché i figliuoli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, han demolito i tuoi altari, e hanno ucciso colla spada i tuoi profeti; son rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita".
Iddio gli disse: "Esci fuori e fermati sul monte, dinanzi all'Eterno". Ed ecco passava l'Eterno. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce dinanzi all'Eterno, ma l'Eterno non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma l'Eterno non era nel terremoto.
E, dopo il terremoto, un fuoco; ma l'Eterno non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un suono dolce e sommesso.