Commento, spiegazione e studio di 1 Re 22:29-40, verso per verso
Il re d'Israele e Giosafat, re di Giuda, saliron dunque contro Ramoth di Galaad.
E il re d'Israele disse a Giosafat: "Io mi travestirò per andare in battaglia; ma tu mettiti i tuoi abiti reali". E il re d'Israele si travestì, e andò in battaglia.
Or il re di Siria avea dato quest'ordine ai trentadue capitani dei suoi carri: "Non combattete contro veruno, o piccolo o grande, ma contro il solo re d'Israele".
E quando i capitani dei carri scorsero Giosafat dissero: "Certo, quello e il re d'Israele," e si volsero contro di lui per attaccarlo; ma Giosafat mandò un grido.
E allorché i capitani s'accorsero ch'egli non era il re d'Israele, cessarono di dargli addosso.
Or qualcuno scoccò a caso la freccia del suo arco, e ferì il re d'Israele tra la corazza e le falde; onde il re disse al suo cocchiere: "Vòlta, menami fuori del campo, perché son ferito".
Ma la battaglia fu così accanita quel giorno, che il re fu trattenuto sul suo carro in faccia ai Siri, e morì verso sera; il sangue della sua ferita era colato nel fondo del carro.
E come il sole tramontava, un grido corse per tutto il campo: "Ognuno alla sua città! Ognuno al suo paese!"
Così il re morì, fu portato a Samaria, e in Samaria fu sepolto.
E quando si lavò il carro presso allo stagno di Samaria in quell'acqua si lavavano le prostitute i cani leccarono il sangue di Achab, secondo la parola che l'Eterno avea pronunziata.
Or il resto delle azioni di Achab, tutto quello che fece, la casa d'avorio che costruì e tutte le città che edificò, tutto questo sta scritto nel libro delle Cronache dei re d'Israele.
Così Achab s'addormentò coi suoi padri, e Achazia suo figliuolo, regnò in luogo suo.