Commento, spiegazione e studio di 1 Samuele 1:9-28, verso per verso
E, dopo ch'ebbero mangiato e bevuto a Sciloh, Anna si levò (il sacerdote Eli stava in quell'ora seduto sulla sua sedia all'entrata del tempio dell'Eterno);
ella avea l'anima piena di amarezza, e pregò l'Eterno piangendo dirottamente.
E fece un voto, dicendo: "O Eterno degli eserciti! se hai riguardo all'afflizione della tua serva, e ti ricordi di me, e non dimentichi la tua serva, e dài alla tua serva un figliuolo maschio, io lo consacrerò all'Eterno per tutti i giorni della sua vita, e il rasoio non passerà sulla sua testa".
E, com'ella prolungava la sua preghiera dinanzi all'Eterno, Eli stava osservando la bocca di lei.
Anna parlava in cuor suo; e si movevano soltanto le sue labbra ma non si sentiva la sua voce; onde Eli credette ch'ella fosse ubriaca;
e le disse: "Quanto durerà cotesta tua ebbrezza? Va' a smaltire il tuo vino!"
Ma Anna, rispondendo, disse: "No, signor mio, io sono una donna tribolata nello spirito, e non ho bevuto né vino né bevanda alcoolica, ma stavo spandendo l'anima mia dinanzi all'Eterno.
Non prender la tua serva per una donna da nulla; perché l'eccesso del mio dolore e della tristezza mia m'ha fatto parlare fino adesso".
Ed Eli replicò: "Va' in pace, e l'Iddio d'Israele esaudisca la preghiera che gli hai rivolta!"
Ella rispose: "Possa la tua serva trovar grazia agli occhi tuoi!" Così la donna se ne andò per la sua via, mangiò, e il suo sembiante non fu più quello di prima.
L'indomani, ella e suo marito, alzatisi di buon'ora, si prostrarono dinanzi all'Eterno; poi partirono e ritornarono a casa loro a Rama. Elkana conobbe Anna, sua moglie, e l'Eterno si ricordò di lei.
Nel corso dell'anno, Anna concepì e partorì un figliuolo, al quale pose nome Samuele, "perché," disse, l'ho chiesto all'Eterno".
E quell'uomo, Elkana, salì con tutta la sua famiglia per andare a offrire all'Eterno il sacrifizio annuo e a sciogliere il suo voto.
Ma Anna non salì, e disse a suo marito: "Io non salirò finché il bambino non sia divezzato; allora lo condurrò, perché sia presentato dinanzi all'Eterno e quivi rimanga per sempre".
Elkana, suo marito, le rispose: "Fa' come ti par bene; rimani finché tu l'abbia divezzato, purché l'Eterno adempia la sua parola!" Così la donna rimase a casa, e allattò il suo figliuolo fino al momento di divezzarlo.
E quando l'ebbe divezzato, lo menò seco, e prese tre giovenchi, un efa di farina e un otre di vino; e lo menò nella casa dell'Eterno a Sciloh. Il fanciullo era ancora piccolino.
Elkana ed Anna immolarono il giovenco, e menarono il fanciullo ad Eli.
E Anna gli disse: "Signor mio! Com'è vero che vive l'anima tua, o mio signore, io son quella donna che stava qui vicina a te, a pregare l'Eterno.
Pregai per aver questo fanciullo; e l'Eterno mi ha concesso quel che io gli avevo domandato.
E, dal canto mio, lo dono all'Eterno; e finché gli durerà la vita, egli sarà donato all'Eterno". E si prostraron quivi dinanzi all'Eterno.