Commento, spiegazione e studio di 2 Corinzi 8:6-24, verso per verso
Talché abbiamo esortato Tito che, come l'ha già cominciata, così porti a compimento fra voi anche quest'opera di carità.
Ma siccome voi abbondate in ogni cosa, in fede, in parola, in conoscenza, in ogni zelo e nell'amore che avete per noi, vedete d'abbondare anche in quest'opera di carità.
Non lo dico per darvi un ordine, ma per mettere alla prova, con l'esempio dell'altrui premura, anche la schiettezza del vostro amore.
Perché voi conoscete la carità del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, s'è fatto povero per amor vostro, onde, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi.
E qui vi do un consiglio; il che conviene a voi i quali fin dall'anno passato avete per i primi cominciato non solo a fare ma anche a volere:
Portate ora a compimento anche il fare; onde, come ci fu la prontezza del volere, così ci sia anche il compiere secondo i vostri mezzi.
Poiché, se c'è la prontezza dell'animo, essa è gradita in ragione di quello che uno ha, e non di quello che non ha.
Poiché questo non si fa per recar sollievo ad altri ed aggravio a voi, ma per principio di uguaglianza;
nelle attuali circostanze, la vostra abbondanza serve a supplire al loro bisogno, onde la loro abbondanza supplisca altresì al bisogno vostro, affinché ci sia uguaglianza, secondo che è scritto:
Chi avea raccolto molto non n'ebbe di soverchio, e chi avea raccolto poco, non n'ebbe mancanza.
Or ringraziato sia Iddio che ha messo in cuore a Tito lo stesso zelo per voi;
poiché non solo egli ha accettata la nostra esortazione, ma mosso da zelo anche maggiore si è spontaneamente posto in cammino per venire da voi.
E assieme a lui abbiam mandato questo fratello, la cui lode nella predicazione dell'Evangelo è sparsa per tutte le chiese;
non solo, ma egli è stato anche eletto dalle chiese a viaggiare con noi per quest'opera di carità, da noi amministrata per la gloria del Signore stesso e per dimostrare la prontezza dell'animo nostro.
Evitiamo così che qualcuno abbia a biasimarci circa quest'abbondante colletta che è da noi amministrata;
perché ci preoccupiamo d'agire onestamente non solo nel cospetto del Signore, ma anche nel cospetto degli uomini.
E con loro abbiamo mandato quel nostro fratello del quale spesse volte e in molte cose abbiamo sperimentato lo zelo, e che ora è più zelante che mai per la gran fiducia che ha in voi.
Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore in mezzo a voi; quanto ai nostri fratelli, essi sono gli inviati delle chiese, e gloria di Cristo.
Date loro dunque, nel cospetto delle chiese, la prova del vostro amore e mostrate loro che abbiamo ragione di gloriarci di voi.