Commento, spiegazione e studio di 2 Cronache 30:6-11, verso per verso
I corrieri dunque andarono con le lettere del re e dei suoi capi per tutto Israele e Giuda; e, conformemente all'ordine del re, dissero: "Figliuoli d'Israele, tornate all'Eterno, all'Iddio d'Abrahamo, d'Isacco e d'Israele, ond'egli torni al residuo che di voi è scampato dalle mani dei re d'Assiria.
E non siate come i vostri padri e come i vostri fratelli, che sono stati infedeli all'Eterno, all'Iddio dei loro padri, in guisa ch'ei li ha dati in preda alla desolazione, come voi vedete.
Ora non indurate le vostre cervici, come i padri vostri; date la mano all'Eterno, venite al suo santuario ch'egli ha santificato in perpetuo, e servite l'Eterno, il vostro Dio, onde l'ardente ira sua si ritiri da voi.
Poiché, se tornate all'Eterno, i vostri fratelli e i vostri figliuoli troveranno pietà in quelli che li hanno menati schiavi, e ritorneranno in questo paese; giacché l'Eterno, il vostro Dio, è clemente e misericordioso, e non volgerà la faccia lungi da voi, se a lui tornate".
Quei corrieri dunque passarono di città in città nel paese di Efraim e di Manasse, e fino a Zabulon; ma la gente si facea beffe di loro e li scherniva.
Nondimeno, alcuni uomini di Ascer, di Manasse e di Zabulon si umiliarono, e vennero a erusalemme.