Commento, spiegazione e studio di 2 Cronache 32:20-26, verso per verso
Allora il re Ezechia e il profeta Isaia, figliuolo di Amots, pregarono a questo proposito, e alzarono fino al cielo il loro grido.
E l'Eterno mandò un angelo che sterminò nel campo del re d'Assiria tutti gli uomini forti e valorosi, i principi ed i capi. E il re se ne tornò svergognato al suo paese. E come fu entrato nella casa del suo dio, i suoi propri figliuoli lo uccisero quivi di spada.
Così l'Eterno salvò Ezechia e gli abitanti di Gerusalemme dalla mano di Sennacherib, re d'Assiria, e dalla mano di tutti gli altri, e li protesse d'ogn'intorno.
E molti portarono a Gerusalemme delle offerte all'Eterno, e degli oggetti preziosi a Ezechia, re di iuda, il quale, da allora, sorse in gran considerazione agli occhi di tutte le nazioni.
In quel tempo, Ezechia fu malato a morte; egli pregò l'Eterno, e l'Eterno gli parlò, e gli concesse un segno.
Ma Ezechia non fu riconoscente del beneficio che avea ricevuto; giacché il suo cuore s'inorgoglì, e l'ira dell'Eterno si volse contro di lui, contro Giuda e contro Gerusalemme.
Nondimeno Ezechia si umiliò dell'essersi inorgoglito in cuor suo: tanto egli, quanto gli abitanti di erusalemme; perciò l'ira dell'Eterno non venne sopra loro durante la vita d'Ezechia.