Commento, spiegazione e studio di 2 Cronache 34:1-35, verso per verso
Giosia aveva otto anni quando cominciò a regnare, e regnò trentun anni a Gerusalemme.
Egli fece ciò ch'è giusto agli occhi dell'Eterno, e camminò per le vie di Davide suo padre senza scostarsene né a destra né a sinistra.
L'ottavo anno del suo regno, mentre era ancora giovinetto, cominciò a cercare l'Iddio di Davide suo padre; e il dodicesimo anno cominciò a purificare Giuda e Gerusalemme dagli alti luoghi, dagl'idoli d'Astarte, dalle immagini scolpite e dalle immagini fuse.
E in sua presenza furon demoliti gli altari de' Baali e abbattute le colonne solari che v'eran sopra; e frantumò gl'idoli d'Astarte, le immagini scolpite e le statue; e le ridusse in polvere, che sparse sui sepolcri di quelli che aveano offerto loro de' sacrifizi;
e bruciò le ossa dei sacerdoti sui loro altari, e così purificò Giuda e Gerusalemme.
Lo stesso fece nelle città di Manasse, d'Efraim, di Simeone, e fino a Neftali: da per tutto, in mezzo alle loro rovine,
demolì gli altari, frantumò e ridusse in polvere gl'idoli d'Astarte e le immagini scolpite, abbatté tutte le colonne solari in tutto il paese d'Israele, e tornò a Gerusalemme.
L'anno diciottesimo del suo regno, dopo aver purificato il paese e la casa dell'Eterno, mandò Shafan, figliuolo di Atsalia, Maaseia, governatore della città, e Joah, figliuolo di Joachaz, l'archivista, per restaurare la casa dell'Eterno, del suo Dio.
E quelli si recarono dal sommo sacerdote Hilkia, e fu loro consegnato il danaro ch'era stato portato nella casa di Dio, e che i Leviti custodi della soglia aveano raccolto in Manasse, in Efraim, in tutto il rimanente d'Israele, in tutto Giuda e Beniamino, e fra gli abitanti di Gerusalemme.
Ed essi lo rimisero nelle mani dei direttori preposti ai lavori della casa dell'Eterno, e i direttori lo dettero a quelli che lavoravano nella casa dell'Eterno per ripararla e restaurarla.
Lo dettero ai legnaiuoli ed ai costruttori, per comprar delle pietre da tagliare, e del legname per l'armatura e la travatura delle case che i re di Giuda aveano distrutte.
E quegli uomini facevano il loro lavoro con fedeltà; ed ad essi eran preposti Jahath e Obadia, Leviti di tra i figliuoli di Merari, e Zaccaria e Meshullam di tra i figliuoli di Kehath, per la direzione, e tutti quelli tra i Leviti ch'erano abili a sonare strumenti musicali.
Questi sorvegliavan pure i portatori di pesi, e dirigevano tutti gli operai occupati nei diversi lavori; e fra i Leviti addetti a que' lavori ve n'eran di quelli ch'erano segretari, commissari, portinai.
Or mentre si traeva fuori il danaro ch'era stato portato nella casa dell'Eterno, il sacerdote Hilkia trovò il libro della Legge dell'Eterno, data per mezzo di Mosè.
E Hilkia parlò a Shafan, il segretario, e gli disse: "Ho trovato nella casa dell'Eterno il libro della legge". E Hilkia diede il libro a Shafan.
E Shafan portò il libro al re, e gli fece al tempo stesso la sua relazione, dicendo: "I tuoi servi hanno fatto tutto quello ch'è stato loro ordinato.
Hanno versato il danaro che s'è trovato nella casa dell'Eterno, e l'hanno consegnato a quelli che son preposti ai lavori e agli operai".
E Shafan, il segretario, disse ancora al re: "Il sacerdote Hilkia m'ha dato un libro". E Shafan lo lesse in presenza del re.
Quando il re ebbe udite le parole della legge, si stracciò le vesti.
Poi il re diede quest'ordine a Hilkia, ad Ahikam, figliuolo di Shafan, ad Abdon, figliuolo di Mica, a hafan il segretario, e ad Asaia, servo del re:
"Andate a consultare l'Eterno per me e per ciò che rimane d'Israele e di Giuda, riguardo alle parole di questo libro che s'è trovato; giacché grande e l'ira dell'Eterno che s'è riversata su noi, perché i nostri padri non hanno osservata la parola dell'Eterno, e non hanno messo in pratica tutto quello ch'è scritto in questo libro".
Hilkia e quelli che il re avea designati andarono dalla profetessa Hulda, moglie di Shallum, figliuolo di Tokhath, figliuolo di Hasra, il guardaroba. Essa dimorava a Gerusalemme, nel secondo quartiere; e quelli le parlarono nel senso indicato dal re.
Ed ella disse loro: "Così dice l'Eterno, l'Iddio d'Israele: Dite all'uomo che vi ha mandati da me:
Così dice l'Eterno: Ecco, io farò venire delle sciagure su questo luogo e sopra i suoi abitanti, farò venire tutte le maledizioni che sono scritte nel libro, ch'è stato letto in presenza del re di Giuda.
Poiché essi m'hanno abbandonato ed hanno offerto profumi ad altri dèi per provocarmi ad ira con tutte le opere delle loro mani, la mia ira s'è riversata su questo luogo, e non si estinguerà.
Quanto al re di Giuda che v'ha mandati a consultare l'Eterno, gli direte questo: Così dice l'Eterno, l'Iddio d'Israele, riguardo alle parole che tu hai udite:
Giacché il tuo cuore è stato toccato, giacché ti sei umiliato dinanzi a Dio, udendo le sue parole contro questo luogo e contro i suoi abitanti, giacché ti sei umiliato dinanzi a me e ti sei stracciate le vesti e ai pianto dinanzi a me, anch'io t'ho ascoltato, dice l'Eterno.
Ecco, io ti riunirò coi tuoi padri, e sarai raccolto in pace nel tuo sepolcro; e gli occhi tuoi non vedranno tutte le sciagure ch'io farò venire su questo luogo e sopra i suoi abitanti". E quelli riferirono al re la risposta.
Allora il re mandò a far raunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme.
E il re salì alla casa dell'Eterno con tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti e i Leviti, e tutto il popolo, grandi e piccoli, e lesse in loro presenza tutte le parole del libro del patto, ch'era stato trovato nella casa dell'Eterno.
Il re, stando in piedi sul palco, fece un patto dinanzi all'Eterno, impegnandosi di seguire l'Eterno, d'osservare i suoi comandamenti, i suoi precetti e le sue leggi con tutto il cuore e con tutta l'anima, per mettere in pratica le parole del patto scritte in quel libro.
E fece aderire al patto tutti quelli che si trovavano a Gerusalemme e in Beniamino; e gli abitanti di erusalemme si conformarono al patto di Dio, dell'Iddio de' loro padri.
E Giosia fece sparire tutte le abominazioni da tutti i paesi che appartenevano ai figliuoli d'Israele, e impose a tutti quelli che si trovavano in Israele, di servire all'Eterno, al loro Dio. Durante tutto il tempo della vita di Giosia essi non cessarono di seguire l'Eterno, l'Iddio dei loro padri.