Commento, spiegazione e studio di 2 Cronache 9:20-29, verso per verso
E tutte le coppe del re Salomone erano d'oro, e tutto il vasellame della casa della "Foresta del Libano" ra d'oro puro; dell'argento non si faceva alcun conto al tempo di Salomone.
Poiché il re aveva delle navi che andavano a Tarsis con la gente di Huram; e una volta ogni tre anni venivano le navi da Tarsis, recando oro, argento, avorio, scimmie e pavoni.
Così il re Salomone fu il più grande di tutti i re della terra per ricchezze e per sapienza.
E tutti i re della terra cercavano di veder Salomone per udir la sapienza che Dio gli avea messa in cuore.
E ognun d'essi gli portava il suo dono: vasi d'argento, vasi d'oro, vesti, armi, aromi, cavalli, muli; e questo avveniva ogni anno.
Salomone aveva delle scuderie per quattromila cavalli, de' carri, e dodicimila cavalieri, che distribuiva nelle città dove teneva i suoi carri, e in Gerusalemme presso di sé.
Egli signoreggiava su tutti i re, dal fiume sino al paese de' Filistei e sino ai confini d'Egitto.
E il re fece sì che l'argento era in Gerusalemme così comune come le pietre, e i cedri tanto abbondanti quanto i sicomori della pianura.
E si menavano a Salomone de' cavalli dall'Egitto e da tutti i paesi.
Or il rimanente delle azioni di Salomone, le prime e le ultime, sono scritte nel libro di Nathan, il profeta, nella profezia di Ahija di Scilo, e nelle visioni di Jeddo il veggente, relative a Geroboamo, figliuolo di Nebat.