Commento, spiegazione e studio di 2 Re 12:1-16, verso per verso
L'anno settimo di Jehu, Joas cominciò a regnare, e regnò quarant'anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Tsibia di Beer-Sceba.
Joas fece ciò ch'è giusto agli occhi dell'Eterno per tutto il tempo in cui fu diretto dal sacerdote ehoiada.
Nondimeno, gli alti luoghi non scomparvero; il popolo continuava ad offrir sacrifizi e profumi sugli alti luoghi.
Joas disse ai sacerdoti: "Tutto il danaro consacrato che sarà recato alla casa dell'Eterno, vale a dire il danaro versato da ogni Israelita censìto, il danaro che paga per il suo riscatto personale secondo la stima fatta dal sacerdote, tutto il danaro che a qualunque persona venga in cuore di portare alla casa dell'Eterno,
i sacerdoti lo ricevano, ognuno dalle mani dei suoi conoscenti, e se ne servano per fare i restauri alla casa, dovunque si troverà qualcosa da restaurare".
Ma fino al ventesimoterzo anno del re Joas i sacerdoti non aveano ancora eseguito i restauri alla casa.
Allora il re Joas chiamò il sacerdote Jehoiada e gli altri sacerdoti, e disse loro: "Perché non restaurate quel che c'è da restaurare nella casa? Da ora innanzi dunque non ricevete più danaro dalle mani dei vostri conoscenti, ma lasciatelo per i restauri della casa".
I sacerdoti acconsentirono a non ricever più danaro dalle mani del popolo, e a non aver più l'incarico dei restauri della casa.
E il sacerdote Jehoiada prese una cassa, le fece un buco nel coperchio, e la collocò presso all'altare, a destra, entrando nella casa dell'Eterno; e i sacerdoti che custodivan la soglia vi mettevan tutto il danaro ch'era portato alla casa dell'Eterno.
E quando vedevano che v'era molto danaro nella cassa, il segretario del re e il sommo sacerdote salivano a serrare in borse e contare il danaro che si trovava nella casa dell'Eterno.
Poi rimettevano il danaro così pesato nelle mani dei direttori preposti ai lavori della casa dell'Eterno, i quali ne pagavano i legnaiuoli e i costruttori che lavoravano alla casa dell'Eterno,
i muratori e gli scalpellini, compravano i legnami e le pietre da tagliare occorrenti per restaurare la casa dell'Eterno, e provvedevano a tutte le spese relative ai restauri della casa.
Ma col danaro ch'era portato alla casa dell'Eterno non si fecero, per la casa dell'Eterno, né coppe d'argento, né smoccolatoi, né bacini, né trombe, né alcun altro utensile d'oro o d'argento;
il danaro si dava a quelli che facevano l'opera, ed essi lo impiegavano a restaurare la casa dell'Eterno.
E non si faceva render conto a quelli nelle cui mani si rimetteva il danaro per pagare chi eseguiva il lavoro; perché agivano con fedeltà.
Il danaro dei sacrifizi di riparazione e quello dei sacrifizi per il peccato non si portava nella casa dell'Eterno; era per i sacerdoti.