Commento, spiegazione e studio di 2 Re 19:22-37, verso per verso
Chi hai tu insultato ed oltraggiato? Contro chi hai tu alzata la voce e levati in alto gli occhi tuoi? Contro il Santo d'Israele!
Per bocca de' tuoi messi tu hai insultato il Signore, e hai detto: Con la moltitudine de' miei carri io son salito in vetta alle montagne, son penetrato nei recessi del Libano; io abbatterò i suoi cedri più alti, i suoi cipressi più belli, e arriverò al suo più remoto ricovero, alla sua più magnifica foresta.
Io ho scavato e ho bevuto delle acque straniere; con la pianta de' miei piedi prosciugherò tutti i fiumi d'Egitto.
Non hai udito? Da lungo tempo ho preparato questo: dai tempi antichi ne ho formato il disegno; ed ora ho fatto sì che si compia: che tu riduca città forti in monti di ruine.
I loro abitanti, privi di forza, sono spaventati e confusi; son come l'erba de' campi, come il verde tenero de' prati, come l'erbetta che nasce sui tetti, come grano riarso prima che formi la spiga.
Ma io so quando ti siedi, quand'esci, quand'entri, e quando t'infurii contro di me.
E per codesto tuo infuriare contro di me e perché la tua arroganza è giunta alle mie orecchie, io ti metterò il mio anello nelle narici, il mio morso in bocca, e ti rimenerò indietro per la via che hai fatta, venendo".
E questo, o Ezechia, ti servirà di segno: Quest'anno si mangerà il frutto del grano caduto; il secondo anno, quello che crescerà da sé; ma il terzo anno, seminerete e mieterete; pianterete vigne, e ne mangerete il frutto.
E ciò che resterà della casa di Giuda e scamperà, continuerà a mettere radici all'ingiù e a portar frutto in alto;
poiché da Gerusalemme uscirà un residuo, e dal monte Sion uscirà quel che sarà scampato. Questo farà lo zelo ardente dell'Eterno degli eserciti!
Perciò così parla l'Eterno riguardo al re d'Assiria: Egli non entrerà in questa città, e non vi lancerà freccia; non le si farà innanzi con scudi, e non eleverà trincee contro ad essa.
Ei se ne tornerà per la via ond'è venuto, e non entrerà in questa città, dice l'Eterno.
Io proteggerò questa città affin di salvarla, per amor di me stesso e per amor di Davide, mio servo".
E quella stessa notte avvenne che l'angelo dell'Eterno uscì e colpì nel campo degli Assiri cent'ottantacinquemila uomini; e quando la gente si levò la mattina, ecco, eran tutti cadaveri.
Allora Sennacherib re d'Assiria levò il campo, partì e se ne tornò a Ninive, dove rimase.
E avvenne che, mentr'egli stava adorando nella casa del suo dio Nisroc, i suoi figliuoli Adrammelec e Saretser lo uccisero a colpi di spada, e si rifugiarono nel paese di Ararat. Esarhaddon, suo figliuolo, regnò in luogo suo.