Commento, spiegazione e studio di 2 Re 22:8-14, verso per verso
Allora il sommo sacerdote Hilkia disse a Shafan, il segretario: "Ho trovato nella casa dell'Eterno il libro della legge". E Hilkia diede il libro a Shafan, che lo lesse.
E Shafan, il segretario, andò a riferir la cosa al re, e gli disse: "I tuoi servi hanno versato il danaro che s'è trovato nella casa, e l'hanno consegnato a quelli che son preposti ai lavori della casa dell'Eterno".
E Shafan, il segretario, disse ancora al re: "Il sacerdote Hilkia mi ha dato un libro". E Shafan lo lesse alla presenza del re.
Quando il re ebbe udite le parole del libro della legge, si stracciò le vesti.
Poi diede quest'ordine al sacerdote Hilkia, ad Ahikam, figliuolo di Shafan, ad Acbor, figliuolo di icaia, a Shafan, il segretario, e ad Asaia, servo del re:
"Andate a consultare l'Eterno per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro che s'è trovato; giacché grande è l'ira dell'Eterno che s'è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ubbidito alle parole di questo libro, e non hanno messo in pratica tutto quello che in esso ci è prescritto".
Il sacerdote Hilkia, Ahikam, Acbor, Shafan ed Asaia andarono dalla profetessa Hulda, moglie di Shallum, guardaroba, figliuolo di Tikva, figliuolo di Harhas. Essa dimorava a Gerusalemme, nel secondo quartiere; e quando ebbero parlato con lei, ella disse loro: