Commento, spiegazione e studio di 2 Samuele 1:1-10, verso per verso
Or avvenne che, dopo la morte di Saul, Davide, tornato dalla sconfitta degli Amalekiti, si fermò due giorni a Tsiklag.
Quand'ecco, il terzo giorno, arrivare dal campo, di presso a Saul, un uomo colle vesti stracciate e col capo sparso di polvere, il quale, giunto in presenza di Davide, si gettò in terra e gli si prostrò dinanzi.
Davide gli chiese: "Donde vieni?" L'altro gli rispose: "Sono fuggito dal campo d'Israele".
Davide gli disse: "Che e successo? dimmelo, ti prego". Quegli rispose: "Il popolo è fuggito dal campo di battaglia, e molti uomini son caduti e morti; e anche Saul e Gionathan, suo figliuolo, sono morti".
Davide domandò al giovine che gli raccontava queste cose: "Come sai tu che Saul e Gionathan, suo figliuolo, siano morti?"
Il giovine che gli raccontava queste cose, disse: "Mi trovavo per caso sul monte Ghilboa, e vidi Saul che si appoggiava sulla sua lancia, e i carri e i cavalieri lo stringevano da presso.
Egli si voltò indietro, mi vide e mi chiamò. Io risposi: "Eccomi."
Egli mi chiese: "Chi sei tu?" Io gli risposi: "Sono un Amalekita".
Egli mi disse: "Appressati e uccidimi, poiché m'ha preso la vertigine, ma sono sempre vivo".
Io dunque mi appressai e lo uccisi, perché sapevo che, una volta caduto, non avrebbe potuto vivere. Poi presi il diadema ch'egli aveva in capo e il braccialetto che aveva al braccio, e li ho portati qui al mio signore".