Commento, spiegazione e studio di 2 Samuele 14:18-33, verso per verso
Il re rispose e disse alla donna: "Ti prego, non celarmi quello ch'io ti domanderò". La donna disse: Parli pure il re, mio signore".
E il re: "Joab non t'ha egli dato mano in tutto questo?" La donna rispose: "Com'è vero che l'anima tua vive, o re mio signore, la cosa sta né più né meno come ha detto il re mio signore; difatti, il tuo servo Joab è colui che m'ha dato questi ordini, ed è lui che ha messe tutte queste parole in bocca alla tua serva.
Il tuo servo Joab ha fatto così per dare un altro aspetto all'affare di Absalom; ma il mio signore ha la saviezza d'un angelo di Dio e conosce tutto quello che avvien sulla terra".
Allora il re disse a Joab: "Ecco, voglio fare quello che hai chiesto; va' dunque, e fa' tornare il giovane bsalom".
Joab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re, e disse: "Oggi il tuo servo riconosce che ha trovato grazia agli occhi tuoi, o re, mio signore; poiché il re ha fatto quel che il suo servo gli ha chiesto".
Joab dunque si levò, andò a Gheshur, e menò Absalom a Gerusalemme.
E il re disse: "Ch'ei si ritiri in casa sua e non vegga la mia faccia!" Così Absalom si ritirò in casa sua, e non vide la faccia del re.
Or in tutto Israele non v'era uomo che fosse celebrato per la sua bellezza al pari di Absalom; dalle piante de' piedi alla cima del capo non v'era in lui difetto alcuno.
E quando si facea tagliare i capelli (e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo) il peso de' suoi capelli era di duecento sicli a peso del re.
Ad Absalom nacquero tre figliuoli e una figliuola per nome Tamar, che era donna di bell'aspetto.
Absalom dimorò in Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re.
Poi Absalom fece chiamare Joab per mandarlo dal re; ma egli non volle venire a lui; lo mandò a chiamare una seconda volta, ma Joab non volle venire.
Allora Absalom disse ai suoi servi: "Guardate! il campo di Joab è vicino al mio, e v'è dell'orzo; andate a mettervi il fuoco!" E i servi di Absalom misero il fuoco al campo.
Allora Joab si levò, andò a casa di Absalom, e gli disse: "Perché i tuoi servi hanno eglino dato fuoco al mio campo?"
Absalom rispose a Joab: "Io t'avevo mandato a dire: Viene qua, ch'io possa mandarti dal re a dirgli: Perché son io tornato da Gheshur? Meglio per me s'io vi fossi ancora! Or dunque fa' ch'io vegga la faccia del re! E se v'è in me qualche iniquità, ch'ei mi faccia morire!"
Joab allora andò dal re e gli fece l'ambasciata. Il re fece chiamare Absalom, il quale venne a lui, e si prostrò con la faccia a terra in sua presenza; e il re baciò Absalom.