Commento, spiegazione e studio di 2 Samuele 19:19-39, verso per verso
gli disse: "Non tenga conto, il mio signore, della mia iniquità, e dimentichi la perversa condotta tenuta dal suo servo il giorno in cui il re mio signore usciva da Gerusalemme, e non ne serbi il re risentimento!
Poiché il tuo servo riconosce che ha peccato; e per questo sono stato oggi il primo di tutta la casa di iuseppe a scendere incontro al re mio signore".
Ma Abishai, figliuolo di Tseruia, prese a dire: "Nonostante questo, Shimei non dev'egli morire per aver maledetto l'unto dell'Eterno?"
E Davide disse: "Che ho io da fare con voi, o figliuoli di Tseruia, che vi mostrate oggi miei avversari? Si farebb'egli morir oggi qualcuno in Israele? Non so io dunque che oggi divento re d'Israele?"
E il re disse a Shimei: "Tu non morrai!" E il re glielo giurò.
Mefibosheth, nipote di Saul, scese anch'egli incontro al re. Ei non s'era puliti i piedi, né spuntata la barba, né lavate le vesti dal giorno in cui il re era partito fino a quello in cui tornava in pace.
E quando fu giunto da Gerusalemme per incontrare il re, il re gli disse: "Perché non venisti meco, efibosheth?"
Quegli rispose: "O re, mio signore, il mio servo m'ingannò; perché il tuo servo, che è zoppo, avea detto: Io mi farò sellar l'asino, monterò, e andrò col re.
Ed egli ha calunniato il tuo servo presso il re mio signore; ma il re mio signore è come un angelo di io; fa' dunque ciò che ti piacerà.
Poiché tutti quelli della casa di mio padre non avrebbero meritato dal re mio signore altro che la morte; e, nondimeno, tu avevi posto il tuo servo fra quelli che mangiano alla tua mensa. E qual altro diritto poss'io avere? E perché continuerei io a supplicare il re?"
E il re gli disse: "Non occorre che tu aggiunga altre parole. L'ho detto; tu e Tsiba dividetevi le terre".
E Mefibosheth rispose al re: "Si prenda pur egli ogni cosa, giacché il re mio signore è tornato in pace a casa sua".
Or Barzillai, il Galaadita, scese da Roghelim, e passò il Giordano col re per accompagnarlo di là dal iordano.
Barzillai era molto vecchio; aveva ottant'anni, ed avea fornito i viveri al re mentre questi si trovava a ahanaim; poiché era molto facoltoso.
Il re disse a Barzillai: "Vieni con me oltre il fiume; io provvederò al tuo sostentamento a casa mia a erusalemme".
Ma Barzillai rispose al re: "Troppo pochi son gli anni che mi resta da vivere perch'io salga col re a erusalemme.
Io ho adesso ottant'anni: posso io ancora discernere ciò ch'è buono da ciò che è cattivo? Può il tuo servo gustare ancora ciò che mangia o ciò che beve? Posso io udire ancora la voce dei cantori e delle cantatrici? E perché dunque il tuo servo sarebb'egli d'aggravio al re mio signore?
Solo per poco tempo andrebbe il tuo servo oltre il Giordano col re; e perché il re vorrebb'egli rimunerarmi con un cotal beneficio?
Deh, lascia che il tuo servo se ne ritorni indietro, e ch'io possa morire nella mia città presso la tomba di mio padre e di mia madre! Ma ecco il tuo servo Kimham; passi egli col re mio signore, e fa' per lui quello che ti piacerà".
Il re rispose: "Venga meco Kimham, e io farò per lui quello che a te piacerà; e farò per te tutto quello che desidererai da me".
E quando tutto il popolo ebbe passato il Giordano e l'ebbe passato anche il re, il re baciò Barzillai e lo benedisse, ed egli se ne tornò a casa sua.