Commento, spiegazione e studio di 2 Samuele 22:1-15, verso per verso
Davide rivolse all'Eterno le parole di questo cantico quando l'Eterno l'ebbe riscosso dalla mano di utti i suoi nemici e dalla mano di Saul. Egli disse:
"L'Eterno è la mia ròcca, la mia fortezza, il mio liberatore;
l'Iddio ch'è la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto ricetto, il mio asilo. O mio salvatore, tu mi salvi dalla violenza!
Io invocai l'Eterno ch'è degno d'ogni lode, e fui salvato dai miei nemici.
Le onde della morte m'avean circondato e i torrenti della distruzione m'aveano spaventato.
I legami del soggiorno de' morti m'aveano attorniato, i lacci della morte m'aveano còlto.
Nella mia distretta invocai l'Eterno, e gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio, e il mio grido pervenne ai suoi orecchi.
Allora la terra fu scossa e tremò i fondamenti de' cieli furono smossi e scrollati, perch'egli era acceso d'ira.
Un fumo saliva dalle sue nari; un fuoco consumante gli usciva dalla bocca, e ne procedevano carboni accesi.
Egli abbassò i cieli e discese, avendo sotto i piedi una densa caligine.
Cavalcava sopra un cherubino e volava ed appariva sulle ali del vento.
Avea posto intorno a sé, come un padiglione, le tenebre, le raccolte d'acque, le dense nubi de' cieli.
Dallo splendore che lo precedeva, si sprigionavano carboni accesi.
L'Eterno tuonò dai cieli e l'Altissimo diè fuori la sua voce.
Avventò saette, e disperse i nemici; lanciò folgori, e li mise in rotta.