Commento, spiegazione e studio di 2 Samuele 22:5-16, verso per verso
Le onde della morte m'avean circondato e i torrenti della distruzione m'aveano spaventato.
I legami del soggiorno de' morti m'aveano attorniato, i lacci della morte m'aveano còlto.
Nella mia distretta invocai l'Eterno, e gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio, e il mio grido pervenne ai suoi orecchi.
Allora la terra fu scossa e tremò i fondamenti de' cieli furono smossi e scrollati, perch'egli era acceso d'ira.
Un fumo saliva dalle sue nari; un fuoco consumante gli usciva dalla bocca, e ne procedevano carboni accesi.
Egli abbassò i cieli e discese, avendo sotto i piedi una densa caligine.
Cavalcava sopra un cherubino e volava ed appariva sulle ali del vento.
Avea posto intorno a sé, come un padiglione, le tenebre, le raccolte d'acque, le dense nubi de' cieli.
Dallo splendore che lo precedeva, si sprigionavano carboni accesi.
L'Eterno tuonò dai cieli e l'Altissimo diè fuori la sua voce.
Avventò saette, e disperse i nemici; lanciò folgori, e li mise in rotta.
Allora apparve il letto del mare, e i fondamenti del mondo furono scoperti allo sgridare dell'Eterno, al soffio del vento delle sue nari.