Commento, spiegazione e studio di 2 Tessalonicesi 3:7-12, verso per verso
Poiché voi stessi sapete com'è che ci dovete imitare: perché noi non ci siamo condotti disordinatamente fra voi;
né abbiam mangiato gratuitamente il pane d'alcuno, ma con fatica e con pena abbiam lavorato notte e giorno per non esser d'aggravio ad alcun di voi.
Non già che non abbiamo il diritto di farlo, ma abbiam voluto darvi noi stessi ad esempio, perché c'imitaste.
E invero quand'eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se alcuno non vuol lavorare, neppure deve mangiare.
Perché sentiamo che alcuni si conducono fra voi disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose vane.
A quei tali noi ordiniamo e li esortiamo nel Signor Gesù Cristo che mangino il loro proprio pane, uietamente lavorando.