Commento, spiegazione e studio di 2 Timoteo 1:6-14, verso per verso
Per questa ragione ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per la imposizione delle mie mani.
Poiché Iddio ci ha dato uno spirito non di timidità, ma di forza e d'amore e di correzione.
Non aver dunque vergogna della testimonianza del Signor nostro, né di me che sono in catene per lui; a soffri anche tu per l'Evangelo, sorretto dalla potenza di Dio;
il quale ci ha salvati e ci ha rivolto una sua santa chiamata, non secondo le nostre opere, ma secondo il proprio proponimento e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù avanti i secoli,
ma che è stata ora manifestata coll'apparizione del Salvator nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha prodotto in luce la vita e l'immortalità mediante l'Evangelo,
in vista del quale io sono stato costituito banditore ed apostolo e dottore.
Ed è pure per questa cagione che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e son persuaso ch'egli è potente da custodire il mio deposito fino a quel giorno.
Attienti con fede e con l'amore che è in Cristo Gesù al modello delle sane parole che udisti da me.
Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi.