Commento, spiegazione e studio di 2 Timoteo 2:11-26, verso per verso
Certa è questa parola: che se muoiamo con lui, con lui anche vivremo;
se abbiam costanza nella prova, con lui altresì regneremo;
se lo rinnegheremo, anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
Ricorda loro queste cose, scongiurandoli nel cospetto di Dio che non faccian dispute di parole, che a nulla giovano e sovvertono chi le ascolta.
Studiati di presentar te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia ad esser confuso, che tagli rettamente la parola della verità.
Ma schiva le profane ciance, perché quelli che vi si danno progrediranno nella empietà
e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena; fra i quali sono Imeneo e Fileto;
uomini che si sono sviati dalla verità, dicendo che la resurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni.
Ma pure il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: "Il Signore conosce quelli che son suoi," e: "Ritraggasi dall'iniquità chiunque nomina il nome del Signore".
Or in una gran casa non ci son soltanto dei vasi d'oro e d'argento, ma anche dei vasi di legno e di terra; e gli uni son destinati a un uso nobile e gli altri ad un uso ignobile.
Se dunque uno si serba puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, atto al servigio del padrone, preparato per ogni opera buona.
Ma fuggi gli appetiti giovanili e procaccia giustizia, fede, amore, pace con quelli che di cuor puro invocano il Signore.
Ma schiva le questioni stolte e scempie, sapendo che generano contese.
Or il servitore del Signore non deve contendere, ma dev'essere mite inverso tutti, atto ad insegnare, paziente,
correggendo con dolcezza quelli che contradicono, se mai avvenga che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità;
in guisa che, tornati in sé, escano dal laccio del diavolo, che li avea presi prigionieri perché facessero la sua volontà.