Commento, spiegazione e studio di Abdia 1:10-21, verso per verso
A cagione della violenza fatta al tuo fratello Giacobbe, tu sarai coperto d'onta e sarai sterminato per sempre.
Il giorno che tu gli stavi a fronte, il giorno che degli stranieri menavano in cattività il suo esercito, e degli estranei entravano per le sue porte e gettavan le sorti su Gerusalemme, anche tu eri come uno di loro.
Ah! non ti pascer lo sguardo del giorno del tuo fratello, del giorno della sua sventura. Non gioire de' igliuoli di Giuda il giorno della loro ruina; e non parlare con tanta arroganza nel giorno della distretta.
Non entrare per la porta del mio popolo il giorno della sua calamità; non pascerti lo sguardo, anche tu, della sua afflizione il giorno della sua calamità; e non metter le mani sulle sue sostanze il giorno della sua calamità.
Non ti fermare sui bivi per sterminare i suoi fuggiaschi; e non dare in man del nemico i suoi superstiti, nel giorno della distretta!
Poiché il giorno dell'Eterno è vicino per tutte le nazioni; come hai fatto, così ti sarà fatto; le tue azioni ti ricadranno sul capo.
Poiché come voi avete bevuto sul mio monte santo, così berranno tutte le nazioni, del continuo; erranno, inghiottiranno, e saranno come se non fossero mai state.
Ma sul monte di Sion vi saranno degli scampati, ed esso sarà santo; e la casa di Giacobbe riavrà le sue possessioni.
La casa di Giacobbe sarà un fuoco, e la casa di Giuseppe una fiamma; e la casa d'Esaù come stoppia, ch'essi incendieranno e divoreranno: e nulla più rimarrà della casa d'Esaù, perché l'Eterno ha parlato.
Quelli del mezzogiorno possederanno il monte d'Esaù; quelli della pianura il paese de' Filistei; ossederanno i campi d'Efraim e i campi di Samaria; e Beniamino possederà Galaad.
I deportati di questo esercito dei figliuoli d'Israele che sono fra i Cananei fino a Sarepta, e i deportati di Gerusalemme che sono a Sefarad, possederanno le città del mezzogiorno.
E dei liberatori saliranno sul monte Sion per giudicare il monte d'Esaù; e il regno sarà dell'Eterno.