Commento, spiegazione e studio di Apocalisse 12:6-14, verso per verso
E la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio, affinché vi sia nutrita per milleduecento sessanta giorni.
E vi fu battaglia in cielo: Michele e i suoi angeli combatterono col dragone, e il dragone e i suoi angeli combatterono,
ma non vinsero, e il luogo loro non fu più trovato nel cielo.
E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furon gettati gli angeli suoi.
Ed io udii una gran voce nel cielo che diceva: Ora è venuta la salvezza e la potenza ed il regno dell'Iddio nostro, e la potestà del suo Cristo, perché è stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli, che li accusava dinanzi all'Iddio nostro, giorno e notte.
Ma essi l'hanno vinto a cagion del sangue dell'Agnello e a cagion della parola della loro testimonianza; e non hanno amata la loro vita, anzi l'hanno esposta alla morte.
Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi. Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è disceso a voi con gran furore, sapendo di non aver che breve tempo.
E quando il dragone si vide gettato sulla terra, perseguitò la donna che avea partorito il figliuolo maschio.
Ma alla donna furon date le due ali della grande aquila affinché se ne volasse nel deserto, nel suo luogo, dove è nutrita un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo, lungi dalla presenza del serpente.