Commento, spiegazione e studio di Apocalisse 16:10-21, verso per verso
Poi il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia; e il regno d'essa divenne tenebroso, e gli uomini si mordevano la lingua per il dolore,
e bestemmiarono l'Iddio del cielo a motivo de' loro dolori e delle loro ulceri; e non si ravvidero delle loro opere.
Poi il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate, e l'acqua ne fu asciugata affinché fosse preparata la via ai re che vengono dal levante.
E vidi uscir dalla bocca del dragone e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta tre spiriti immondi simili a rane;
perché sono spiriti di demoni che fan de' segni e si recano dai re di tutto il mondo per radunarli per la battaglia del gran giorno dell'Iddio Onnipotente.
Ed essi li radunarono nel luogo che si chiama in ebraico Harmaghedon.
Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell'aria; e una gran voce uscì dal tempio, dal trono, dicendo: E' fatto.
E si fecero lampi e voci e tuoni e ci fu un gran terremoto, tale, che da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai terremoto così grande e così forte.
E la gran città fu divisa in tre parti, e le città delle nazioni caddero; e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle il calice del vino del furor dell'ira sua.
Ed ogni isola fuggì e i monti non furon più trovati.
E cadde dal cielo sugli uomini una gragnuola grossa del peso di circa un talento; e gli uomini bestemmiarono Iddio a motivo della piaga della gragnuola; perché la piaga d'essa era grandissima.