Commento, spiegazione e studio di Atti degli Apostoli 17:1-12, verso per verso
Ed essendo passati per Amfipoli e per Apollonia, vennero a Tessalonica, dov'era una sinagoga de' Giudei;
e Paolo, secondo la sua usanza, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle critture,
spiegando e dimostrando ch'era stato necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti; e il risto, egli diceva, è quel Gesù che io v'annunzio.
E alcuni di loro furon persuasi, e si unirono a Paolo e Sila; e così fecero una gran moltitudine di Greci pii, e non poche delle donne principali.
Ma i Giudei, mossi da invidia, presero con loro certi uomini malvagi fra la gente di piazza; e raccolta una turba, misero in tumulto la città; e, assalita la casa di Giasone, cercavano di trar Paolo e Sila fuori al popolo.
Ma non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni de' fratelli dinanzi ai magistrati della città, gridando: Costoro che hanno messo sossopra il mondo, son venuti anche qua,
e Giasone li ha accolti; ed essi tutti vanno contro agli statuti di Cesare, dicendo che c'è un altro re, Gesù.
E misero sossopra la moltitudine e i magistrati della città, che udivano queste cose.
E questi, dopo che ebbero ricevuta una cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare.
E i fratelli, subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, giuntivi, si recarono nella sinagoga de' Giudei.
Or questi furono più generosi di quelli di Tessalonica, in quanto che ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavan così.
Molti di loro, dunque, credettero, e non piccol numero di nobildonne greche e d'uomini.