Commento, spiegazione e studio di Atti degli Apostoli 19:23-34, verso per verso
Or in quel tempo nacque non piccol tumulto a proposito della nuova Via.
Poiché un tale, chiamato Demetrio, orefice, che faceva de' tempietti di Diana in argento, procurava non poco guadagno agli artigiani.
Raunati questi e gli altri che lavoravan di cotali cose, disse: Uomini, voi sapete che dall'esercizio di quest'arte viene la nostra prosperità.
E voi vedete e udite che questo Paolo ha persuaso e sviato gran moltitudine non solo in Efeso, ma uasi in tutta l'Asia dicendo che quelli fatti con le mani, non sono dèi.
E non solo v'è pericolo che questo ramo della nostra arte cada in discredito, ma che anche il tempio della gran dea Diana sia reputato per nulla, e che sia perfino spogliata della sua maestà colei, che tutta l'Asia e il mondo adorano.
Ed essi, udite queste cose, accesi di sdegno, si misero a gridare: Grande è la Diana degli Efesini!
E tutta la città fu ripiena di confusione; e traendo seco a forza Gaio e Aristarco, Macedoni, compagni di viaggio di Paolo, si precipitaron tutti d'accordo verso il teatro.
Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i discepoli non glielo permisero.
E anche alcuni de' magistrati dell'Asia che gli erano amici, mandarono a pregarlo che non s'arrischiasse a venire nel teatro.
Gli uni dunque gridavano una cosa, e gli altri un'altra; perché l'assemblea era una confusione; e i più non sapevano per qual cagione si fossero raunati.
E di fra la moltitudine trassero Alessandro, che i Giudei spingevano innanzi. E Alessandro, fatto cenno con la mano, voleva arringare il popolo a loro difesa.
Ma quando ebbero riconosciuto che era Giudeo, tutti, ad una voce, per circa due ore, si posero a gridare: Grande è la Diana degli Efesini!