Commento, spiegazione e studio di Atti degli Apostoli 20:5-16, verso per verso
Costoro, andati innanzi, ci aspettarono a Troas.
E noi, dopo i giorni degli azzimi, partimmo da Filippi, e in capo a cinque giorni li raggiungemmo a roas, dove dimorammo sette giorni.
E nel primo giorno della settimana, mentre eravamo radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, si mise a ragionar con loro, e prolungò il suo discorso fino a mezzanotte.
Or nella sala di sopra, dove eravamo radunati, c'erano molte lampade;
e un certo giovinetto, chiamato Eutico, che stava seduto sul davanzale della finestra, fu preso da profondo sonno; e come Paolo tirava in lungo il suo dire, sopraffatto dal sonno, cadde giù dal terzo piano, e fu levato morto.
Ma Paolo, sceso a basso, si buttò su di lui, e abbracciatolo, disse: Non fate tanto strepito, perché l'anima sua e in lui.
Ed essendo risalito, ruppe il pane e prese cibo; e dopo aver ragionato lungamente sino all'alba, senz'altro si partì.
Il ragazzo poi fu ricondotto vivo, ed essi ne furono oltre modo consolati.
Quanto a noi, andati innanzi a bordo, navigammo verso Asso, con intenzione di prender quivi Paolo con noi; poiché egli avea fissato così, volendo fare quel tragitto per terra.
E avendoci incontrati ad Asso, lo prendemmo con noi, e venimmo a Mitilene.
E di là, navigando, arrivammo il giorno dopo dirimpetto a Chio; e il giorno seguente approdammo a amo, e il giorno dipoi giungemmo a Mileto.
Poiché Paolo avea deliberato di navigare oltre Efeso, per non aver a consumar tempo in Asia; giacché si affrettava per trovarsi, se gli fosse possibile, a Gerusalemme il giorno della Pentecoste.