Commento, spiegazione e studio di Atti degli Apostoli 21:27-35, verso per verso
Or come i sette giorni eran presso che compiuti, i Giudei dell'Asia, vedutolo nel tempio, sollevarono tutta la moltitudine, e gli misero le mani addosso, gridando:
Uomini Israeliti, venite al soccorso; questo è l'uomo che va predicando a tutti e da per tutto contro il popolo, contro la legge, e contro questo luogo; e oltre a ciò, ha menato anche de' Greci nel tempio, e ha profanato questo santo luogo.
Infatti, aveano veduto prima Trofimo d'Efeso in città con Paolo, e pensavano ch'egli l'avesse menato nel tempio.
Tutta la città fu commossa, e si fece un concorso di popolo; e preso Paolo, lo trassero fuori del tempio; subito le porte furon serrate.
Or com'essi cercavano d'ucciderlo, arrivò su al tribuno della coorte la voce che tutta Gerusalemme era sossopra.
Ed egli immediatamente prese con sé de' soldati e de' centurioni, e corse giù ai Giudei, i quali, veduto il tribuno e i soldati, cessarono di batter Paolo.
Allora il tribuno, accostatosi, lo prese, e comandò che fosse legato con due catene; poi domandò chi gli fosse, e che cosa avesse fatto.
E nella folla gli uni gridavano una cosa, e gli altri un'altra; onde, non potendo saper nulla di certo a cagion del tumulto, comandò ch'egli fosse menato nella fortezza.
Quando Paolo arrivò alla gradinata dovette, per la violenza della folla, esser portato dai soldati,