Commento, spiegazione e studio di Atti degli Apostoli 23:16-24, verso per verso
Ma il figliuolo della sorella di Paolo, udite queste insidie, venne; ed entrato nella fortezza, riferì la cosa a Paolo.
E Paolo, chiamato a sé uno dei centurioni, disse: Mena questo giovane al tribuno, perché ha qualcosa da riferirgli.
Egli dunque, presolo, lo menò al tribuno, e disse: Paolo, il prigione, mi ha chiamato e m'ha pregato che ti meni questo giovane, il quale ha qualcosa da dirti.
E il tribuno, presolo per la mano e ritiratosi in disparte gli domando: Che cos'hai da riferirmi?
Ed egli rispose: I Giudei si son messi d'accordo per pregarti che domani tu meni giù Paolo nel inedrio, come se volessero informarsi più appieno del fatto suo;
ma tu non dar loro retta, perché più di quaranta uomini di loro gli tendono insidie e con imprecazioni contro sé stessi han fatto voto di non mangiare né bere, finché non l'abbiano ucciso; ed ora son pronti, aspettando la tua promessa.
Il tribuno dunque licenziò il giovane, ordinandogli di non palesare ad alcuno che gli avesse fatto saper queste cose.
E chiamati due de' centurioni, disse loro: Tenete pronti fino dalla terza ora della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andar fino a Cesarea;
e abbiate pronte delle cavalcature per farvi montar su Paolo e condurlo sano e salvo al governatore elice.