Commento, spiegazione e studio di Atti degli Apostoli 24:10-21, verso per verso
E Paolo, dopo che il governatore gli ebbe fatto cenno che parlasse, rispose: Sapendo che già da molti anni tu sei giudice di questa nazione, parlo con più coraggio a mia difesa.
Poiché tu puoi accertarti che non son più di dodici giorni ch'io salii a Gerusalemme per adorare;
ed essi non mi hanno trovato nel tempio, né nelle sinagoghe, né in città a discutere con alcuno, né a far dunata di popolo;
e non posson provarti le cose delle quali ora m'accusano.
Ma questo ti confesso, che secondo la Via ch'essi chiamano setta, io adoro l'Iddio de' padri, credendo tutte le cose che sono scritte nella legge e nei profeti;
avendo in Dio la speranza che nutrono anche costoro che ci sarà una risurrezione de' giusti e degli ingiusti.
Per questo anch'io m'esercito ad aver del continuo una coscienza pura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini.
Or dopo molti anni, io son venuto a portar elemosine alla mia nazione e a presentar offerte.
Mentre io stavo facendo questo, mi hanno trovato purificato nel tempio, senza assembramento e senza tumulto;
ed erano alcuni Giudei dell'Asia; questi avrebbero dovuto comparire dinanzi a te ed accusarmi, se avevano cosa alcuna contro a me.
D'altronde dicano costoro qual misfatto hanno trovato in me, quando mi presentai dinanzi al Sinedrio;
se pur non si tratti di quest'unica parola che gridai, quando comparvi dinanzi a loro: E' a motivo della risurrezione de' morti, che io son oggi giudicato da voi.