Commento, spiegazione e studio di Atti degli Apostoli 24:2-13, verso per verso
Questi essendo stato chiamato, Tertullo comincio ad accusarlo, dicendo:
Siccome in grazia tua godiamo molta pace, e per la tua previdenza sono state fatte delle riforme a pro di questa nazione, noi in tutto e per tutto lo riconosciamo, o eccellentissimo Felice, con ogni gratitudine.
Ora, per non trattenerti troppo a lungo, ti prego che, secondo la tua condiscendenza, tu ascolti quel che abbiamo a dirti in breve.
Abbiam dunque trovato che quest'uomo è una peste, che eccita sedizioni fra tutti i Giudei del mondo, ed è capo della setta de' Nazarei.
Egli ha perfino tentato di profanare il tempio; onde noi l'abbiamo preso; e noi lo volevamo giudicare secondo la nostra legge:
ma il tribuno Lisia, sopraggiunto, ce l'ha strappato con violenza dalle mani,
ordinando che i suoi accusatori si presentassero dinanzi a te; e da lui, esaminandolo, potrai tu stesso aver piena conoscenza di tutte le cose, delle quali noi l'accusiamo.
I Giudei si unirono anch'essi nelle accuse, affermando che le cose stavan così.
E Paolo, dopo che il governatore gli ebbe fatto cenno che parlasse, rispose: Sapendo che già da molti anni tu sei giudice di questa nazione, parlo con più coraggio a mia difesa.
Poiché tu puoi accertarti che non son più di dodici giorni ch'io salii a Gerusalemme per adorare;
ed essi non mi hanno trovato nel tempio, né nelle sinagoghe, né in città a discutere con alcuno, né a far dunata di popolo;
e non posson provarti le cose delle quali ora m'accusano.