Commento, spiegazione e studio di Atti degli Apostoli 27:1-8, verso per verso
Or quando fu determinato che faremmo vela per l'Italia, Paolo e certi altri prigionieri furon consegnati a un centurione, per nome Giulio, della coorte Augusta.
E montati sopra una nave adramittina, che dovea toccare i porti della costa d'Asia, salpammo, avendo con noi Aristarco, Macedone di Tessalonica.
Il giorno seguente arrivammo a Sidone; e Giulio, usando umanità verso Paolo, gli permise d'andare dai suoi amici per ricevere le loro cure.
Poi, essendo partiti di là, navigammo sotto Cipro, perché i venti eran contrari.
E passato il mar di Cilicia e di Panfilia, arrivammo a Mira di Licia.
E il centurione, trovata quivi una nave alessandrina che facea vela per l'Italia, ci fe' montare su quella.
E navigando per molti giorni lentamente, e pervenuti a fatica, per l'impedimento del vento, di faccia a nido, veleggiammo sotto Creta, di rincontro a Salmone;
e costeggiandola con difficoltà, venimmo a un certo luogo, detto Beiporti, vicino al quale era la città di asea.