Commento, spiegazione e studio di Cantico dei Cantici 4:10-16, verso per verso
Quanto son dolci le tue carezze, o mia sorella, o sposa mia! Come le tue carezze son migliori del vino, come l'odore de' tuoi profumi e più soave di tutti gli aromi!
O sposa mia, le tue labbra stillano miele, miele e latte son sotto la tua lingua, e l'odore delle tue vesti è come l'odore del Libano.
O mia sorella, o sposa mia, tu sei un giardino serrato, una sorgente chiusa, una fonte sigillata.
I tuoi germogli sono un giardino di melagrani e d'alberi di frutti deliziosi, di piante di cipro e di nardo;
di nardo e di croco, di canna odorosa e di cinnamomo, e d'ogni albero da incenso; di mirra e d'aloe, e d'ogni più squisito aroma.
Tu sei una fontana di giardino, una sorgente d'acqua viva, un ruscello che scende giù dal Libano.
Lèvati, Aquilone, e vieni, o Austro! Soffiate sul mio giardino, sì che se ne spandano gli aromi! Venga l'amico mio nel suo giardino, e ne mangi i frutti deliziosi!