Commento, spiegazione e studio di Colossesi 2:13-23, verso per verso
E voi, che eravate morti ne' falli e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Egli ha vivificati con lui, avendoci perdonato tutti i falli,
avendo cancellato l'atto accusatore scritto in precetti, il quale ci era contrario; e quell'atto ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce;
e avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.
Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, o a noviluni o a sabati,
che sono l'ombra di cose che doveano avvenire; ma il corpo è di Cristo.
Nessuno a suo talento vi defraudi del vostro premio per via d'umiltà e di culto degli angeli affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla sua mente carnale,
e non attenendosi al Capo, dal quale tutto il corpo, ben fornito e congiunto insieme per via delle giunture e articolazioni, prende l'accrescimento che viene da Dio.
Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre de' precetti, quali:
Non toccare, non assaggiare, non maneggiare
(cose tutte destinate a perire con l'uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini?
Quelle cose hanno, è vero, riputazione di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà, e di austerità nel trattare il corpo; ma non hanno alcun valore e servon solo a soddisfare la carne.