Hawker's Poor man's commento
1 Pietro 2:1-5
Perciò deponendo ogni malizia, e ogni malizia, e ipocrisia, e invidia, e ogni maldicenza, (2) Come neonati, desiderate il latte sincero della parola, affinché possiate crescere in tal modo: (3) Se così siate avete gustato che il Signore è misericordioso. (4) A chi, venendo, come una pietra viva, invero non consentito agli uomini, ma scelto da Dio e prezioso, (5) anche voi, come pietre vive, siete edificati una casa spirituale, un santo sacerdozio, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.
Questo Capitolo si apre con un'esortazione alla Chiesa, da quanto precede. La nuova nascita, essendo confermata in tutte le sue benedette proprietà, e lo spirito essendo nato in quella vita incorruttibile, che vive e dimora per sempre, il popolo di Dio è qui molto giustamente chiamato a testimoniare la certezza e la realtà di queste cose, e che in una doppia manifestazione. Primo, mettendo da parte tutta quella conversazione malvagia e quelle azioni malvagie, che hanno segnato la non rigenerazione della loro natura, mentre erano in quello stato.
E, in secondo luogo, nell'essere vivi a quei santi desideri dopo Cristo, che sono i segni evidenti della nuova nascita. Ammiro la bellezza, oltre che l'eleganza della figura dell'Apostolo, nel considerare il neonato di Dio come un bambino in Cristo. Infatti, nei primi risvegli della vita spirituale, ogni figlio di Dio, nei suoi conseguimenti, non può essere considerato superiore. E una testimonianza molto benedetta è della nuova nascita, quando il figlio di Dio desidera i seni della consolazione; ha fame e sete di Cristo, e desidera più la conoscenza di Gesù e la comunione con Gesù, di quanto il bambino della natura testimoni la sua salute e pianga per il suo cibo quotidiano.
E infatti, sotto la presunzione che fa l'Apostolo, e che è la sicura conseguenza della rinascita, l'anima ha gustato che il Signore è misericordioso; questo senso spirituale, che appartiene solo ai rigenerati, rende il figlio di Dio estremamente ansioso di abbeverarsi più profondamente nelle verità gloriose di Cristo e della sua redenzione. Perché l'anima ha ora sentito un po' la piaga del proprio cuore, ha avuto alcune vedute delle glorie di Cristo, e dell'adeguatezza di Gesù ai suoi bisogni, come un povero peccatore; e così avendo conosciuto un po' della propria vacuità e della pienezza di Cristo, l'ardente desiderio dell'anima è di essere saziata con i seni della consolazione, e di mungere e si compiaceva dell'abbondanza della gloria di Cristo, Isaia 66:10
C'è un raro grado di bellezza nell'espressione, a chi venire. Le parole implicano non un atto, ma una costanza di azione. È come se volesse dire, sempre in arrivo; e per questa semplice ragione. Tutte le nostre sorgenti di vita spirituale sono in Cristo. E il flusso non dipende più dalla costanza dell'approvvigionamento dalla fonte, di quanto il neonato figlio di Dio (sì, e il credente più anziano, e, se possibile, con crescente bisogno), non faccia affidamento sui rifornimenti momentanei di Cristo.
Lettore! sai qualcosa di questo nelle tue conquiste? Beato e felice se lo fai. Sono molto sicuro che sia un segreto ma poco conosciuto ai giorni nostri. La maggior parte dei professori, sì, e anche troppi cari figli di Dio, calcolano lo stato di grazia in cui si trovano, più dai propri sentimenti, che da ciò che ricevono dalla pienezza di Cristo. Vivono come le api d'inverno, nei loro alveari, sulla loro stessa sostanza, e quindi si fanno una dispensa invernale, invece di uscire alla dolce luce, e vita, e pienezza eterna del Sole di Giustizia.
Considerando che lo Spirito Santo qui insegna alla Chiesa un modo più eccellente. Venendo sempre a Cristo, ogni giorno e tutto il giorno, sotto un cosciente senso del nostro vuoto e dell'ogni sufficienza di Gesù, riceviamo dalla sua pienezza grazia per grazia, Giovanni 1:16 . Ed è una vita dolce. Ne conoscono la beatitudine solo coloro che usano così Cristo, come Dio nella sua ricca misericordia lo ha stabilito.
Da parte mia, amo sentire i miei bisogni, la povertà e la magrezza per poter portare tutto a Cristo e fare uno scambio per la sua pienezza, ricchezza e conforto che rinnova l'anima. E sono molto sicuro che se non sentissi queste cose, ma fossi gonfio nella mia mente carnale, il trono della grazia non sarebbe visitato spesso da me. Oh! com'è veramente benedetto, quando Dio Spirito dà all'anima un sentimento sensibile della sua povertà; poi indica Gesù, che è tutto pienezza da supplire; poi conduce l'anima a Cristo, e apre una comunicazione con Cristo, per la fornitura di ogni bisogno, e il godimento della sua idoneità e sufficienza. Oh! la bellezza delle parole dell'Apostolo, al quale venire!
La figura di una pietra, e una pietra viva, in allusione a Cristo, è insolitamente sorprendente e giusta. In quanto primo e ultimo nell'edificio spirituale, la sua Chiesa, Cristo è la roccia dei secoli. E per intimare sia l'eternità della sua natura, sia la fonte della vita al suo popolo, è chiamato una pietra viva, avendo la vita in se stesso. E lascio che il Lettore tragga le sue conclusioni, sotto grazia, se la stessa espressione non porta con sé la più piena convinzione dell'Onnipotenza della sua persona; altrimenti il termine stesso pietra viva sarebbe inammissibile.
E prego il Lettore di non trascurare l'evidente contrasto tra la stima di Dio di Cristo e quella dell'Uomo, per natura. Invero ripudiato dagli uomini, ma eletto da Dio e prezioso! Cosa c'è di più decisivo, a prova della naturale inimicizia del cuore umano per la caduta! E quanto più benedetto per un figlio di Dio, di essere stato tolto dalla cava della natura, ed essere edificato su Cristo, quando divenuto pietre vive, da lui derivando la vita e offrendo per mezzo di lui e in lui i sacrifici spirituali di lode per amore redentore, salendo con accettazione davanti a Dio sull'altare Cristo Gesù?