(4) E avvenne che, quando il re Geroboamo udì la parola dell'uomo di Dio, che aveva gridato contro l'altare di Betel, egli stese la mano dall'altare, dicendo: Afferralo. E la sua mano, che tese contro di lui, si seccò, così che non poté più tirarla verso di lui. (5) Anche l'altare si squarciò e la cenere fu versata dall'altare, secondo il segno che l'uomo di Dio aveva dato per parola del Signore.

Osserva, a quale audace altezza di empietà era arrivato il re. Ahimè! come il peccato indurisce il cuore. Pensa Lettore! quale effetto deve aver avuto negli animi degli spettatori la mano nervosa del re, e il versamento delle ceneri, con lo squarcio dell'altare. Ma non sentiamo di alcun atto di conversione operato da essa. No! finché il Signore non volge il cuore, i segni più terribili perdono il loro potere.

Quando il nostro caro Signore sulla croce chinò il suo sacro capo, e ad alta voce, affinché tutti in paradiso e all'inferno potessero sentire, disse; È finito; sebbene non solo l'altare fu percosso, ma il velo del tempio si divise, e le rocce si squarciarono e le tombe si aprirono, tuttavia leggiamo che nessun cuore è stato lacerato, né un'anima, tranne il ladro morente, si è convertita. Oh! a quale stato di ostinazione ha indurito l'anima il peccato!

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità