(12) Poiché non ci raccomandiamo di nuovo a voi, ma vi diamo occasione di gloriarvi per noi, affinché possiate avere qualcosa da rispondere a coloro che si gloriano nell'apparenza e non nel cuore. (13) Infatti se siamo fuori di noi, è per Dio: o se siamo sobri, è per la tua causa. (14) Per amore di Cristo ci costringe; perché così giudichiamo, che se uno è morto per tutti, allora tutti erano morti: (15) E che è morto per tutti, che quelli che vivono non dovrebbero ormai vivere per se stessi, ma per colui che è morto per loro e risuscitato. (16) Perciò d'ora in poi non conosciamo più nessun uomo secondo la carne: sì, sebbene abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora d'ora in poi non lo conosciamo più.

Tralascio alcune delle cose contenute in quei versetti, per soffermarmi più particolarmente su quanto dice l'Apostolo in relazione alla conoscenza di Cristo secondo la carne. Paolo non sapeva nulla della Persona di Cristo, durante il ministero di nostro Signore: così che è chiaro, un po' più si intende con l'espressione, di conoscere Cristo secondo la carne, che una mera conoscenza personale di lui, come gli uomini di solito si conoscono tra loro.

E il senso sembra essere questo: l'unico sacrificio del Signore Gesù sulla croce, è tutto sommato così grande e glorioso, e ha in sé un valore e un'efficacia così infiniti, che non può più essere offerto. Ma conoscere Cristo secondo la carne, che sta tornando a somiglianza della carne peccaminosa, porterebbe con sé un'idea come se quell'unica offerta di Cristo avesse bisogno di essere abrogata. Una cosa in diretta opposizione a tutto il Vangelo.

Lettore! non mancate di osservare con quale ardore di affetto l'Apostolo considerava l'efficacia infinitamente preziosa del sangue di Cristo. Così grande da non aver bisogno di altro: così efficace, che per mezzo di essa Gesù ha perfezionato per sempre coloro che sono santificati!

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