In Giosafat non sentiamo né lamento né collera, come quella di Asa alla riprensione del profeta. Ma troviamo, al contrario, il suo cuore impegnato a una più grande riforma nel suo regno. Rimane a casa a Gerusalemme, sua capitale, e non va più alle guerre straniere. La sua uscita è solo attraverso il proprio regno, per vigilare sui magistrati che aveva nominato a presiedere il popolo. E che pia accusa si registra qui riguardo al suo discorso ai giudici.

Nulla, sicuramente, può offrire una vista più bella di quella che qui si offre di Giosafat. In ogni punto, come re, come servo del Signore, e come amico del popolo, Giosafat appare davvero illustre; e lo Spirito Santo ha trasmesso la sua memoria con grande onore a tutte le generazioni successive nella chiesa.

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