RIFLESSI

Ci sono molte osservazioni migliorative che emergono da questo capitolo. In primo luogo, vorrei invitare il lettore a notare con me che, sebbene si dice che Ezechia sia stato il migliore di tutti i re di Giuda, tuttavia Ezechia non era privo delle sue afflizioni. Vediamo nel bel mezzo del tentativo di riformare il popolo e dell'abolizione degli idoli, il Signore permette a un principe idolatra non solo di venire contro di lui, ma per un certo tempo di avere successo.

Lettore! è così, così deve essere, nella vita di grazia. La fede deve essere esercitata, affinché possa essere più prezioso dell'oro che perisce, dice Gesù, quanti ne amo, li rimprovero e li castigo. Signore! Direi in risposta, non risparmiare i tuoi rimproveri, né permettere che tuo figlio sia viziato per mancanza di verga, quando la tua saggezza lo ritiene necessario. Ma o tu, beneatissimo Signore, dammi l'occhio penetrante per scoprire, sotto tutti i cipiglio della tua provvidenza, i dolci sorrisi del tuo amore.

E lascia che la mia fede sia sempre viva, in pieno esercizio, per attendere con impazienza quel periodo felice, quando tuo figlio lascerà la scuola di apprendimento, per riposare nel tuo seno nel pieno godimento della conoscenza e del perfetto amore per te, per sempre .

Imparerei, in secondo luogo, dalla prova del buon re Ezechia, che, poiché questo mondo non è la casa del credente, così la sua sicurezza dalla prova non è mai finita, finché non arriva sano e salvo alla casa di suo Padre. Anima mia, non è stata una preziosa misericordia nel Signore, togliere la mente di Ezechia da ogni fiducia nelle creature, quando gli è stato così commosso insegnato a non confidare nei principi? Il povero Ezechia pensò di comprare l'amicizia del re d'Assiria con un regalo, e perciò gli mandò l'argento e l'oro che aveva per questo scopo.

È verissimo che i figli di Dio considerano, o dovrebbero considerare, l'oro, l'argento e le pietre preziose, come oggetti senza valore; e si separerebbe volentieri da loro, se questo rendesse meno arrabbiati gli uomini carnali. Ma il Signore non permetterà alcun temporeggiamento. Quante volte la mia anima avrebbe acquistato la pace con i malvagi, quasi in ogni caso, se potessi godere di Gesù indisturbato! Ma questo è il motto dei credenti: se qualcuno vivrà piamente in Cristo Gesù, soffrirà persecuzione.

Questo dovrebbe oscillare nello stendardo del cristiano nella sua guerra santa. Carissimo, benedetto Gesù! hai detto; nel mondo avrete tribolazione? E il mio cuore stolto, per essere onesto con il mondo, ha cercato un riparo da esso? Oh! mio Signore, d'ora in poi che il mondo si accigli, così tu sorridi: lascia che i Rab-shakeh dell'ora presente pronuncino i loro rimproveri e riversino tutto il loro disprezzo, così tu concedimi questa indicibile benedizione: in me avrete pace. Per fede in te vincerò il mondo; e della fiducia in te mi rallegrerò; e la mia gioia nessuno mi toglie.

Infine, Lettore, impariamo tu ed io da questo interessante capitolo, a tacere, e nella nostra pazienza a possedere le nostre anime, quando per un momento gli empi sembrano trionfare. È solo un apparente trionfo, e come il crepitio delle spine sotto la pentola. Sì! benedetto Gesù! la mia anima aspetterebbe al tuo sgabello in silenzio, e in paziente attesa sarei trovato. So che c'è Uno al propiziatorio, che il Padre ascolta sempre.

Là io resto la mia base di accettazione solo in Gesù. Egli difenderà la mia causa e mi trarrà sulla via della giustizia, per amore del suo nome. Oh! il sollievo che prova la mia anima, anche nell'attesa. Signore celeste che hai adempiuto, adempirai quella promessa: Egli dà potenza ai deboli; e a quelli che non hanno forza accresce la forza. Anche i giovani sveniranno e i giovani cadranno completamente. Ma quelli che sperano nel Signore rinnoveranno la loro forza; si alzeranno con ali come aquile; correranno senza stancarsi, cammineranno senza stancarsi.

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