RIFLESSI

VEDI Lettore! nella bella condotta di Davide alla morte di Saul, come la grazia permette al credente di resistere a ogni inimicizia, e perfino di ricambiare bene per male. Dipende da ciò, nient'altro che questo può raggiungere un tale scopo; poiché è l'unica opera di Dio Spirito Santo.

Ma, in vista di questo capitolo, andiamo oltre e osserviamo che, come nient'altro che la grazia può abbattere tutte le gelosie della vita nella nostra competizione con gli altri, così nient'altro che lo stesso principio divino può riconciliarci con la nostra morte. Fino a quando non conosceremo Gesù veramente e salvificamente, non possiamo né pensare alla morte con conforto né affrontarla con fortezza, Sì, carissimo Gesù! è la tua morte, che ha vinto la morte; e il tuo sangue che ha tolto il suo pungiglione.

Oh! concedimi la grazia di tenere sempre in vista i tuoi trionfi per il tuo popolo, e di non guardare mai la morte ma con occhio fermo anche a te. La tua vittoria sulla morte, sull'inferno e sulla tomba, è l'eterna consolazione del tuo popolo; e la morte, non più della vita, né dei principati, né delle potestà, potrà separarsi da te. Per mezzo della morte hai distrutto colui che aveva il potere della morte, e hai liberato coloro che per paura della morte sono per tutta la loro vita soggetti alla schiavitù.

Oh! tu carissimo Signore! dammi di vedere il pieno privilegio dei tuoi trionfi; che la mia iniquità è perdonata e il mio peccato coperto; che la morte non ha terrori, né la tomba alcun allarme; fammi udire quella tua voce benedetta, e la mia anima gioirà in piena certezza di fede: Non temere, io sono il primo e l'ultimo; Io sono colui che vive ed era morto; ed ecco, io sono vivo per sempre e ho le chiavi dell'inferno e della morte. Amen.

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