RIFLESSI

Prima di lasciare questo capitolo così istruttivo, guardiamolo, amico cristiano, ancora una volta; e mentre osserviamo lo zelo di tutte le tribù d'Israele nell'ungere Davide re, io e te vediamo se abbiamo manifestato un'uguale disponibilità a piegare le ginocchia allo scettro della grazia davanti al nostro Gesù, e incoronarlo Signore di tutti. È Dio Padre che lo ha costituito nella sua gloria mediatrice, Re in Sion; mentre, nella pienezza della sua Divinità, è uno con il Padre, Signore Universale su tutto, Dio benedetto in eterno.

E nelle sue mani onnipotenti ci sono le questioni della vita e della morte, spirituali, temporali ed eterne. Sì! benedetto Gesù, il tuo regno è la tua chiesa; il tuo corpo, la tua bella, la tua sposa: tu sei della nostra stirpe, e noi del tuo, le tue ossa e la tua carne. Hai combattuto e stai ancora combattendo per noi tutte le nostre battaglie. Tu ci hai condotti fuori e ci hai fatti entrare. Tu pasci il tuo popolo con te stesso, perché tu sei sia il pane della vita, sia l'acqua della vita.

E sicuramente l'amore, il servizio, l'omaggio volontario del tuo popolo, quando lo hai reso disponibile nel giorno del tuo potere, è il tuo diritto legittimo, giusto e proprio. E quando avrai portato via i ciechi e gli zoppi, ed entrerai con il tuo braccio onnipotente e con la tua potenza, nelle fortezze di Sion; Oh! Signore Gesù, tu dimori là e rendi le nostre anime e i nostri corpi il tuo tempio di dimora. Lettore! tu ed io abbiamo così piegato le ginocchia a Gesù? Lo abbiamo incoronato con la corona della grazia gratuita, nell'attribuire a lui ogni salvezza? È caro, è prezioso, è tutto sommato adorabile, è il Signore nostra giustizia? Carissimo Gesù! concedi a chi scrive e a chi legge la grazia di dire amen: e sia abbattuta ogni cosa elevata che si esalterà contro la sua sovranità,

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