E in un determinato giorno Erode, vestito con abiti regali, si sedette sul suo trono e pronunciò loro un'orazione. (22) E il popolo lanciò un grido, dicendo: È la voce di un dio, e non di un uomo. (23) E subito l'angelo del Signore lo percosse, perché non aveva dato a Dio la gloria: e fu mangiato dai vermi, e rese lo spirito.

Qui arriviamo alla conclusione dei fasti di Erode, in cui vediamo la fine sicura dell'iniquità. Lo vediamo nel momento stesso di tutta la sua pompa e grandezza terrena, un angelo di Dio che colpisce il mostro sulla terra. E per distinguerlo ancora di più, come esecrato da Dio e dall'uomo, fu mangiato dai vermi, anche prima di morire. È la sentenza comune sulla natura umana, a causa del peccato, tornare alla polvere, da cui l'uomo è stato tratto.

Ma questo odiatore di Dio, e persecutore del suo popolo, avrà una fine ancora più spregevole e ripugnante. Sarà mangiato dai vermi mentre è vivo; preludio all'eterno divorare di quel verme che non muore e di quel fuoco che non si spegnerà. E se possiamo dare credito alla storia profana, è notevole quanti tiranni siano morti in questa morte!

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