RIFLESSI

ECCO, anima mia, dalla lettura di questo Capitolo, che creatura povera, ignorante, sconsiderata e imprevidente è l'uomo! Gli uccelli del cielo e le bestie selvatiche fanno, per istinto, ciò che l'uomo per ragione, ora nel suo stato decaduto, non fa. Se l'inverno si avvicina, la rondine cerca un clima più caldo. Se cade una tempesta, il bestiame fugge nella stalla o nella siepe per ripararsi. Ma né l'inverno della vita, né la tempesta dei giudizi minacciati, prevalgono sul peccatore, privo di grazia, per fuggire dall'ira a venire.

Ma il Signore non è in Sion? Non è il suo re in lei? Ci sarà balsamo in Galaad e non si applicherà alcun rimedio? Ci sarà davvero Gesù, il grande Medico; e la salute dei suoi redenti non sarà ricuperata? Oh! fa' che il tuo nome, o caro Signore, sia come unguento versato, affinché per le influenze vivificanti e rigeneranti del tuo benedetto Spirito, tali visioni della nostra miseria, a causa della caduta, possano aprirsi davanti a noi, e un tale senso della tua idoneità a tutti i nostri desideri possono apparire e diventare desiderabili; che prendendoti per fede, nella tua persona, lavoro e uffici, e in tutte le tue relazioni, giustizia e grazia, le nostre anime possano trovare una guarigione.

Parla benedetto Signore al mio cuore, alla mia coscienza; e mentre tu parli, con le stesse tenere parole di un tempo, ai malati; sarai guarito? Oh! dammi grazia e fede, in vivo esercizio, per rispondere e credere, e dipendere dal tuo sovrano, potere di guarire. Oh! fammi conoscere con quel prezioso nome, Geova Rophe! E fammi udire la tua voce benevola come a Israele, dicendo: Io sono il Signore che ti guarisce! Amen.

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