(7) Sei tu il primo uomo che è nato? o fosti fatto prima delle colline? (8) Hai udito il segreto di Dio? e riduci a te stesso la sapienza? (9) Che cosa sai, che noi non sappiamo? che cosa intendi, che non è in noi? (10) Con noi ci sono sia gli uomini dai capelli grigi che quelli molto anziani, molto più vecchi di tuo padre. (11) Le consolazioni di Dio sono piccole con te? c'è qualche cosa segreta con te? (12) Perché il tuo cuore ti porta via? e a che cosa ammiccano i tuoi occhi, (13) che tu volga il tuo spirito contro Dio, e lasci che tali parole escano dalla tua bocca?

Quanto sono provocanti queste domande e con quale profitto? E soprattutto quando li consideriamo usciti dalla bocca di uno che è venuto come amico a condogliarsi con Giobbe per le sue calamità. Lettore! soffermati a rimarcare con me quanto sia importante un ufficio che è quello di visitare i malati e le persone afflitte; tuttavia, mentre un uomo è trovato fedele, non dovrebbe essere duro e severo nelle sue osservazioni. Elifaz venne a consolare Giobbe: ma ahimè! come disse Giobbe, che miserabili consolatori furono sia i suoi amici che lui!

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