RIFLESSI

Le nostre riflessioni su questo capitolo saranno rese fruttuose, se così sarà lo SPIRITO SANTO gentilmente le faccia così per noi, nel portare la nostra mente a considerare quanto sia coerente, con l'amore che il Signore ha per le persone del suo popolo, come in l'istanza di Giobbe, per castigarli per le loro partenze e infermità. Lettore! fermati solo a considerare quanto grande, quanto cara, quanto indicibilmente costosa sia stata a DIO la nostra redenzione, e quindi quanto sia conveniente che non ci sia il più piccolo abuso della sua misericordia di alleanza, da parte del suo caro Figlio.

Sebbene Giobbe non fosse ipocrita, tuttavia Giobbe confessò di essere un peccatore, nato dal ceppo comune di cui è detto con verità, che non c'è nessun giusto, nessuno. E c'è nel migliore degli uomini, anche nei più fedeli servitori del SIGNORE GES, tanta di quella volgarità di corruzione, appartenente a una natura decaduta, che se la grazia di DIO non l'avesse frenata, il peggiore dei peccati sarebbe il triste e le conseguenze mortali scoppiano in tutti.

Quanto è benedetto allora vedere nel castigo di DIO del nostro peccato, pur accettando la persona del suo popolo in GES, egli manifesta la santità della sua natura e assicura la propria gloria. E qui, benedetto GES, fa' che sia lo Scrittore che il Lettore si soffermino a contemplare l'esempio ineguagliabile di questo riguardo che GEOVA ebbe alla sua santità e alla sua gloria, quando per il peccato in noi ti mise addolorato. Mai, sicuramente, è stata data una tale prova.

E non ci sarà mai più niente di simile; come quando ti fece peccato per noi, benché tu non conoscessi peccato, affinché noi potessimo essere fatti giustizia di Dio in te. Salve! tu santo, benedetto, immacolato AGNELLO di DIO. Oh! ciò che è sconosciuto, ciò che non è numerato, ciò che non sarà mai pienamente giustificato, o le ricchezze, le benedizioni, le glorie pienamente ricompensate, sono contenute nell'unica offerta di te stesso una volta per tutte, mediante la quale hai perfezionato per sempre coloro che sono santificati.

Oh! scrivi questo prezioso pensiero nel profondo della mia anima, e che la morte stessa non possa mai, mai essere in grado di offuscare il ricordo di essa; GES e la sua gloriosa redenzione hanno più da invocare per la sua chiesa davanti a DIO e suo PADRE, di quanto tutti i peccati della chiesa possano invocare contro di loro. Né l'eternità stessa può ricompensare il merito infinito della giustizia e del sacrificio sanguinario di un DIO incarnato.

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