Hawker's Poor man's commento
Giona 4:11
RIFLESSI
QUI, lettore, soffermiamoci mentre finiamo la storia di Giona e raccogliamo in un'unica visione il meraviglioso soggetto, per quanto riguarda il servo del Signore, e per quanto riguarda il Signore stesso, nella sua abbondante grazia manifestata a un tale stato d'animo ribelle e ribelle. Leggeremo il racconto della predicazione di Giona a Ninive, e il suo disappunto per la misericordia del Signore, a poco a poco, se non impariamo da tutto a portare l'argomento a casa nei nostri cuori, e sotto l'insegnamento divino scopriremo che i semi del gli stessi peccati, che troviamo nei Niniviti e nel Profeta, sono anche nella nostra natura.
Cosa (dice il Profeta) siamo migliori di loro? No! (dice lui) in nessun modo. Perché abbiamo già concluso tutto sotto il peccato. E a chi, o per quale motivo attribuiamo tutta la salvezza, se non a Gesù e alla sua mirabile impresa nella nostra natura? Che soprattutto il popolo di Dio impari da questa storia, che cosa è l'uomo nelle sue più alte conquiste, se per un momento è lasciato a se stesso. Sebbene come Giona abbiamo pianto dal profondo dell'afflizione, quando l'assenzio e il fiele del peccato sono stati amaramente bevuti da noi; e sebbene dal profondo dell'inferno siamo stati portati a conoscere il Signore, tuttavia l'appassimento di una zucca aprirà di nuovo la nostra ribellione, se quella frustrante provvidenza, qualunque cosa accada, non è santificata.
Prezioso Signore Gesù! fa' che sia colui che scrive, sia colui che legge, vivano sotto gli incessanti insegnamenti del tuo Santo Spirito, affinché una sorgente di umiliazione e di dolore possa essere costantemente aperta nelle nostre anime. Signore, allontana da noi, come il più pericoloso di tutti i mali, ogni pensiero di qualsiasi cosa e tutto in noi stessi come giusti; che il senso del lavoro quotidiano della corruzione, per quanto gentilmente tu abbia trattenuto dall'irrompere in un vero e proprio incarico, possa indurci ad andare umilmente e dolcemente per tutta la nostra giornata. E soprattutto, carissimo Signore, lascia che la coscienza quotidiana del nostro bisogno di te e della tua più grande salvezza, ti renda ogni giorno, sì ogni ora, più prezioso per le nostre anime.
Addio Giona! Benedico il mio Dio e Salvatore per l'utilità che trovo sotto l'insegnamento del tuo ministero del suo benedetto Spirito. Anche le fragilità dei servi del mio Signore, così fedelmente registrate nelle sue sante scritture, danno istruzione alla mia anima. Uomini con le stesse passioni con noi stessi, sono più adatti al servizio del mio Signore degli angeli di luce. Ma oh! misericordioso Signore Gesù! cosa dirò, o cosa offrirò di gratitudine nel contemplare la tua meravigliosa condiscendenza nel far sì che un Giona, in mezzo a tutta la sua indegnità, sia un tipo vivace della tua stessa persona, quando realizza lo scopo della redenzione.
Qui sicuramente Signore, come in mille altri casi, i tuoi pensieri non sono i nostri pensieri, né le tue vie le nostre vie. Mi inchino, Signore, fino alla polvere davanti a te, e con gratitudine riconosco che sia nella tua ineguagliabile umiliazione che nell'esaltazione, hai un nome sopra ogni nome, e tutta la creazione confesserà che tu sei il Signore, alla gloria di Dio Padre. Amen.