RIFLESSI

Pausa lettore! soffermi, anima mia, sui contenuti di questo Capitolo. Sicuramente nulla può essere più solenne, nulla di più commovente. Ecco il Figlio di Dio, che è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto; pronunciando distruzione sicura e certa su una classe di uomini, che ogni epoca ha sostenuto con pretese di santità maggiore degli altri, e come uno di loro nella parabola, tutti più o meno pronti ad esclamare: Dio! Ti ringrazio di non essere come gli altri uomini! Ascolta il Signore che li chiama serpenti; una generazione di vipere, che non può sfuggire alla dannazione dell'inferno. E cosa erano considerati nel loro reparto tra gli uomini? Come si distinguevano allora? Come si conoscono adesso?

Il Signore li chiama farisei. Uomini senza umiltà nelle loro menti. Chi non ha mai sentito la piaga del proprio cuore. Incirconciso nel cuore e nelle orecchie. Non hanno mai assaggiato l'assenzio e il fiele di uno stato caduto. Non furono mai spinti al cuore sotto la profonda convinzione di uno stato caduto. E non sentire la mancanza di Cristo; lo disprezzavano completamente.

Signore Gesù! mantieni umile la mia anima ai piedi della tua croce. Ogni giorno, e tutto il giorno, possa io apprendere le consolazioni infinitamente preziose della salvezza come solo in te, e sempre più da un profondo senso della tua mancanza, essere portato a vedere e godere del mio completo interesse per te. E oh per grazia come Paolo, per contare tutte le cose tranne la perdita, per l'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore: e per contare tutte le cose, ma solo sterco, affinché io possa guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, non avendo il mio la giustizia, che è dalla legge, ma quella che è mediante la fede di Cristo; la giustizia che è di Dio ma fede. Oh! la beatitudine che Cristo è fatto da Dio a tutti i suoi redenti; sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, affinché si glorii si glori nel Signore!

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