RIFLESSI

Nella contemplazione degli avvenimenti registrati in questo Capitolo, sento il mio cuore costretto a gridare, SIGNORE! che cos'è l'uomo, il cui respiro è nelle sue narici, perché di che si deve imputare! Pensa, anima mia, mentre qui esamini le terribili devastazioni della morte durante solo quarant'anni, quale distruzione è stata fatta dalla morte durante quasi seimila anni da quando il peccato è entrato per la prima volta nel mondo, e la morte per peccato; e così la morte passa su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato.

Ma carissimo GES! qui di nuovo lasciami allontanare dalla vista delle desolazioni fatte dalla morte, per contemplarti in tutte le glorie del tuo carattere redentore, come avendo con la tua morte vinto la morte e aperto la prima vista delle dimore eterne della vita, nel tuo trionfo sopra la tomba. Prezioso GES! tu sei la Roccia dei secoli. Su di te possa io essere edificato, come sicura dimora. Nel tuo libro possa la mia anima essere trovata numerata! E quando tutte le dispensazioni nel deserto di un viaggio nel deserto, e il deserto stesso, saranno distrutti, possa un ingresso nel Canaan del tuo amore eterno e immutabile, essere la mia parte tra le numerate tribù di DIO.

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